Mi piace tornare alle sorgenti del Ticino: così vicine alla strada, così lontane da tutto. Un po’ come il Ticino italiano che scorre a pochi chilometri da Milano ma racchiude segreti incredibili.

Anche quassù manca l’acqua e i nevai dai quali nascono i mille rivoli che formano il nostro fiume sono scomparsi. Il Ticino mi scorre a fianco e scende verso quel piccolo laghetto: non si vede, ma nel silenzio della notte profonda la sua voce si fa grossa tra le rocce. Qualche volta sembra ululare nel buio.

Io sono qui, seduto, sotto quello squarcio nel cielo che rigurgita stelle: la Via Lattea. Mi sembra di sentire che non esiste né un inizio, né una fine.